inGeorgia

Legami tra l’Italia e la Georgia

La Georgia, l’antica Colchide, è il tradizionale corridoio di transito dei traffici tra Europa ed Asia ed è stata da sempre attraversata da viaggiatori provenienti dall’Italia, in gran parte mercanti e missionari. Una descrizione del paese alla fine del tredicesimo secolo fu fornita da Marco Polo nel Milione.

Un ruolo fondamentale fu svolto dai missionari italiani giunti in Georgia nel diciassettesimo secolo, in seguito alla decisione di Roma di istituire la Missione dei Padri Teatini in Georgia nel maggio del 1626. Preziose sono le notizie sulla società georgiana e sulla vita politica dell’epoca, raccolte negli scritti Teatini, molti dei quali sono conservati in archivi e musei della Città del Vaticano e d’Italia. Il primo libro stampato in georgiano fu il “Dittionario giorgiano e italiano” di Stefano Paolini e del georgiano Niceforo Irbachi che vide la luce a Roma nel 1629.

Sempre a Roma, nel 1643, fu poi stampata “La grammatica georgiana” del missionario teatino Francesco Maria Maggio. Missionario teatino, filosofo e teologo. Nato il 10 aprile 1631 e morto il 12 giugno 1686. Nel 1631, appena diciottenne, parta’ insieme al teatino Cristoforo Castelli per l’Arabia; visita’ anche la Siria, l’Armenia, la Georgia, studiando ed imparando le lingue di tali paesi. Scrisse una Grammatica delle lingue orientali in due volumi, titolo originale “Syntagmata linguarum orientalium“, in cui tradusse la grammatica georgiana.

Il missionario Cristoforo Castelli, nato a Genova nel 1600 ma cresciuto a Palermo, dove morì nel 1659, fu l’autore di importanti manoscritti, contenenti mappe e i segni sugli usi e costumi del popolo georgiano. Quei manoscritti sono oggi considerati di fondamentale importanza, in quanto ci hanno consegnato una descrizione dettagliata e precisa e della vita e la situazione politica della Georgia di allora.

 

 

 

 

 

 

Il suo nome, insieme a quello del Castelli, ricordato in una lapide murata posta nel 1988, in occasione del gemellaggio tra Palermo e Tbilisi capitale della Georgia, nella facciata laterale dell’Università di Palermo.

Vittorio Sella: Un’altra testimonianza straordinaria dei paesaggi e delle tradizioni della Georgia è costituita dal bellissimo repertorio fotografico lasciatoci da Vittorio Sella (1859-1943), alpinista e fotografo italiano, che partecipò a tre spedizioni nel Caucaso (1889, 1890, 1896), dove un picco porta ancora oggi il suo nome. Gli scatti che Sella fece durante i suoi viaggi in Racha ed in Svanezia sono di indiscutibile pregio.

Mestia, Capoluogo di Svaneti, foto di Vittorio Sella 

Architettura

Già dal diciannovesimo secolo architetti italiani operavano in Georgia: il Palazzo del Ex-Municipio, odierna casa dell’Europa e il Caravanserraglio (1850); Giovanni Scudieri (1817-1851), che ha progettato vari edifici di prestigio a Tbilisi, tra cui il vecchio Teatro dell’Opera (1851),

Il teatro lirico, Opera di Tbilisi

Il teatro lirico, Opera di Tbilisi

Mshrali khidi, il ponte vecchio

Nuovo ponte della pace

Musica

L’“opera-mania” esiste nella capitale georgiana almeno da qualche anno prima della costruzione, nel 1851, ad opera dell’architetto Giovanni Scudieri, del “Teatro italiano” nell’odierna Piazza della Libertà, cuore della vita pubblica della città. La prima stagione teatrale del Teatro fu aperta, il 9 novembre 1851, dall’opera “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti.

In precedenza, nella primavera di quello stesso anno, a seguito di un invito pervenuto dalla direzione del Teatro, un gruppo operistico italiano rappresentò nell’arco di tre mesi, sotto la direzione del direttore d’orchestra Barbieri, ben 12 opere. Una passione che da allora non si è mai arrestata, e che continua a fare della Georgia un serbatoio inesauribile di talenti.

Attualmente ci sono diversi soprano e mezzo soprano georgiani famosi che cantano alla Scala di Milano come Anita Rachvelishvili, Nino Machaidze, Ketevan Kemoklidze, Nino Surguladze.

Balletto

Un evento di grande rilievo per il balletto georgiano fu l’apertura, realizzata dalla danzatrice italiana Maria Perini (1873-1939), del primo studio privato di danza classica, fondato nel 1916.
Lo studio divenne nel 1920 la Scuola Statale di Danza Classica del Teatro dell’Opera e Balletto di Tbilisi. Alla scuola di Maria Perini, che rimase in Georgia per ben quarantotto anni, si formarono generazioni di importanti artisti georgiani, tra cui Vakhtang Chabukiani, figura fondamentale della coreografia del novecento, T. Chabukiani, N. Ramishvili, V. Vronski, L. Gvaramadze, I. Aleksidze, D. Aleksidze, I. Sukhishvili, S. Sergeev, I. Arbatov, S. Virsaladze, L. Chikviladze, A. Tsereteli e K. Nadareishvili.
Una mostra dedicata a Maria Perini è stata inaugurata il 10 marzo 2010 nella sala delle esposizioni dell’Accademia delle Belle Arti restaurata secondo progetto e design italiani.