La coreografia e la scenografia georgiana hanno una storia di diversi secoli.
Durante il loro sviluppo e’ nata la danza georgiana teatralizzata e prende origine l’arte del balletto nazionale georgiano.
Dagli scavi archeologici e grazie alla letteratura antica si conferma che la danza folkloristica georgiana prende le sue origini dalla danza dei cacciatori, un rituale dedicato al Dio della fertilità – la luna.
E’ stata ritrovata un calice dell’argento (nel II millennio A.C), dove sono rappresentati i cacciatori con le maschere che ballano.
Alcuni scienziati pensano che il ballo sia dedicato all’antica Dea georgiana del calcio con il nome Dali.
Nella regione montagnosa dello Svaneti e’ mantenuta viva perfino le danze dei calciatori “Ferkhuli”, “Lemchili” ecc.
Col passar di tempo nelle danze sono entrate le caratteristiche delle danze di battaglia. Cosi e’ formata la danza famosa “Khorumi”.
Invece dagli Scavi di Bagineti e’ stata ritrovata una piastra di ossa con l’immagine della donna che balla, (VI secolo A.C), che fa pensare agli scienziati che si eseguissero danze rituali anche del gentil sesso dedicate al Dio della fertilità.
Con lo sviluppo della cultura agraria si sono formati nuovi riti e costumi che si rivelano nelle danze antiche “Melia-Telefia”, “Ferkhuli”,”Bericaoba” ecct, che sono i balli mitici di carattere agrario, dedicato alla natura ed alle sue potenze. Oltre questo esistevano le danze delle coppie legate al culto di fertilità. Pian piano si sono generate le danze romantiche tra l’uomo e la donna come sono “kartuli”, “Gandagana”, “Samaia”, “Mtiuluri” ed ecct.
Durante i secoli l’antichissima danza folkloristica georgiana ha raggiunto il suo raffinamento, l’arricchimento e il perfezionamento.
Il nome del folk georgiano hanno portato all’estero dei Balleti Nazionali Georgiani come “Sukhushvilebi” che riuscivano a viaggiare oltre agli confini dell’Ex-Unione Sovietica. Il Balletto Nazionale della Georgia è stato fondato a Tbilisi nel 1945 da Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili, Ai due fondatori del complesso, lo Stato sovietico ha conferito molti riconoscimenti tra cui il “Premio di Stato dell’URSS” e il titolo di “Artisti del Popolo dell’URSS”.
“I danzatori georgiani si sono esibiti in tutto il mondo, sorprendendo il pubblico con la loro arte” (“The Times”). La loro danza incanta da decenni il pubblico internazionale, raccontando la storia e le radici del popolo georgiano.
Anche l’Italia ha sempre accolto con entusiasmo il Balletto Nazionale della Georgia a partire dal debutto della compagnia al Teatro alla Scala negli anni Sessanta, ai successi collezionati negl i anni Ottanta al Teatro Carlo Felice di Genova, al Teatro San Carlo di Napoli, alla Fenice di Venezia, al Maggio Fiorentino e al Teatro Romano di Verona.
Il Balletto Nazionale “Sukhishvilebi” della Georgia persegue l’intento di far conoscere alle nuove generazioni le antiche danze popolari georgiane, di riproporre quelle dimenticate e di creare coreografie nuove e originali, vivificando un repertorio antichissimo di danze liriche e bellicose. Sospinte da accompagnamenti musicali di vibrante colore, intrise di echi ora guerrieri ora cortesi, ora orientali, le danze georgiane hanno ispirato un coreografo imperiale come Marius Petipa, ma sono stati soprattutto i coreografi sovietici, come il georgiano Chabukiani, e lo stesso Grigorovich, geniale nume e zar del Bolshoj, a dare grande rilievo, nei loro balletti, a danze e temi folkloristici georgiani.
Ci sono tre componenti principali nelle danze:
La prima componente è rigida e battagliera, è quella degli uomini dal gesto fiero, abili manipolatori di spade e pugnali.
La seconda è quella delle dame dalle bellissime vesti, che scivolano sul palcoscenico con estrema eleganza e dolcezza.
La terza è quella paesana, dei mattacchioni e degli acrobati.
In tutte le coreografie del complesso si ritrovano, fuse armoniosamente, le basi della danza popolare, dal girotondo al gomitolo. Le danze maschili evocano le qualità del coraggio, del vigore guerriero, della baldanza avventurosa. Tutte le danze di ascendenza bellica, con artistici combattimenti, volteggi di spade e pugnali trafitti a terra sono affidate ai movimenti di brillante e sorprendente virtuosismo degli uomini: sono loro che strabiliano il pubblico con gli incredibili salti e le faticosissime danze in punta di piedi. Questi intrepidi cavalieri annoverano tra i loro virtuosismi, tipici dei danzatori del Caucaso, proprio l’andare sulle punte di morbidi stivali (senza il classico rinforzo di papier maché o di colofonia), un’abilità che affonda le sue origini in una necessità fisica. La tradizione vuole che questo passo, che i georgiani chiamano “tzeruli”, sia nato per ricordare gli scoscesi pendii dei monti del Caucaso che, con i suoi strettissimi sentieri, costringeva gli uomini a camminare sulla punta dei piedi per non precipitare nei burroni. L’eroe georgiano, di forza invincibile e insuperabili prodezze acrobatiche, risulta capace anche di sottili virtuosismi.
Molte danze sono percorse di cortesi finezze: come le danze del corteggiamento, dove la suprema abilità consiste nel non avvicinarsi mai la donna, o quelle nuziali, in cui anche gli uomini riescono a scivolare magicamente sul terreno al braccio delle loro belle. L’uomo si inerpica sulle punte, proprio come le ballerine romantiche, gonfia il petto, ricama disegni con le braccia, ma le sue mani non si vedono: sono coperte dalle maniche a penzoloni per evidenziare la mancanza di contatto.
Le danze femminili simboleggiano la sacralità, la regalità e la pacificazione. Il movimento delle ballerine, tutto giocato sulla morbidezza delle braccia e delle mani, testimonia che nell’immaginario più antico del popolo georgiano la donna è una creatura algida e distante, inafferrabile.
Ci sono diversi gruppetti del ballo georgiano che sono formati con la stessa tecnica. Cominciamo a descriverli brevemente:
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